COMUNICATO STAMPA
PROCESSO PIRELLI PER
AMIANTO
IL P.M. CHIEDE
CONDANNE PER 8 DEGLI 11 DIRIGENTI
IMPUTATI
Nel primo processo (giudice dott. Martorelli) che vede
imputati i dirigenti della Pirelli per omicidio plurimo e lesioni gravissime
causate dall’uso dell’amianto a decine di lavoratori, si è conclusa oggi la requisitoria
del P.M. Maurizio Ascione con la richiesta di condanna per 8 degli 11 dirigenti
membri del Consiglio di Amministrazione della Pirelli degli stabilimenti di
Viale Sarca e di via Ripamonti di Milano.
Il P.M. ha chiesto 8 anni di reclusione per Grandi Ludovico,
6 anni per Isola Luciano, 5 anni e mezzo per Bellingeri Gianfranco, 5 anni per
Sierra Piero (presidente sino a pochi mesi fa dell’Istituto Nazionale di
Ricerca sul Cancro e tuttora nel direttivo dell’Istituto), 4 anni per Veronesi Guido, 3 anni ciascuno per Liberati
Omar, Manca Gavino e Moroni Armando. Chiesta l’assoluzione per altri 3
(Battaglioli Gabriele, Pedone Carlo, Picco Roberto). Nella richiesta di condanne il P.M. ha tenuto
conto del periodo temporale più o meno lungo durante il quale gli imputati sono
stati nel CdA o Amministratori Delegati.
Nelle udienze processuali è stato evidenziato come nelle
lavorazioni venivano usati cancerogeni come le amine aromatiche, il talco contaminato
d’amianto, il nerofumo e altri agenti, ricordando infine che lo IARC (Istituto
Internazionale di Ricerca sul Cancro) considera l’industria della gomma come
cancerogena per sua natura.
I lavoratori erano inoltre esposti a fibre d’amianto in modo
diretto, indiretto e ambientale.
Anni di lotte in fabbrica e sul territorio hanno contribuito
a sensibilizzare l’opinione pubblica e la magistratura. Anche se le ultime
sentenze Eternit, Marlane e altre hanno assolto i padroni, affermando nei fatti
che uccidere in nome del profitto non è reato, noi continuiamo a lottare senza
arrenderci.
In questo processo i dirigenti Pirelli si sono comprati
molte parti civili: abbiamo così assistito all’ennesima monetizzazione della
salute e della morte, con istituzioni che hanno preso i soldi accordandosi con
i legali degli imputati per uscire dal processo. E’ di oggi l’ultimo episodio:
all’apertura dell’udienza l’avvocatessa dell’ASL di Milano, come altre
istituzioni, si è ritirata dal processo comunicando al giudice dott. Martorelli
di aver ottenuto un risarcimento.
Questo processo è partito grazie alla determinazione dei
famigliari di alcune vittime, ai lavoratori e associazioni. Il nostro Comitato
ha fornito alla Procura denunce, informazioni, documenti e testimoni che sono
serviti a portare sul banco degli imputati i responsabili della morte di tanti
nostri compagni di lavoro e al P.M. di formulare e richiedere le condanne.
Ma tutto questo non ci soddisfa, perché gli ex lavoratori e i
cittadini continuano a morire aspettando una giustizia che non arriva mai e
quando arriva, è tardiva..
Continueremo a seguire il processo fino alla conclusione e a
lottare nelle piazze, nel territorio e sui luoghi di lavoro
Comitato
per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio
Milano 14 gennaio 2015