giovedì 28 gennaio 2016

Sanità, la denuncia dei chirurghi: "I bisturi sono scadenti. Basta con gli acquisti al ribasso" (da Controlacrisi.org)

da Logo ControLaCrisi.org

Sanità, la denuncia dei chirurghi: "I bisturi 

sono scadenti. Basta con gli acquisti al 

ribasso"
La denuncia è clamorosa ed è stata lanciata pochi giorni fa dai chirurghi: “i bisturi in Italia non tagliano più”. Gli acquisti basati esclusivamente sul risparmio hanno portato a usare strumenti che non hanno la qualità adatta per operare e che rischiano di avere conseguenze sia estetiche sia infettive, ha denunciato l’Associazione dei Chirurghi Ospedalieri Italiani (Acoi) sulla base di segnalazioni da tutta Italia. Il Codacons interviene nella questione: “Giusto individuare i prezzi più bassi ma non a discapito della qualità”.
Quotidiano Sanità riporta le parole del presidente dell’Acoi Diego Piazza: “Una situazione che è diventata nel corso degli anni preoccupante, nonostante il progressivo deterioramento della qualità dei dispositivi medici sia stato denunciato da tempo, a tutti i livelli, anche dalla nostra società scientifica. La continua ricerca del prezzo di mercato più basso, con criteri di valutazione spesso discutibili da parte delle commissioni regionali, ha determinato un livellamento verso il basso della qualità. Il prezzo non può e non deve essere l’unico criterio di valutazione, a scapito della qualità e della sicurezza”

Per il Codacons “è giusto individuare i prezzi più bassi nelle forniture ospedaliere, ma questo non deve andare a discapito della qualità”. Così l’associazione dei consumatori commenta l’allarme lanciato dai chirurghi. “La sanità pubblica è il regno incontrastato degli sprechi e dell’uso distorto dei soldi della collettività – ha detto il presidente Carlo Rienzi – In tal senso mettere un freno agli sperperi ricorrendo ad acquisti centralizzati e a prezzi identici per tutti gli ospedali d’Italia, è una scelta sacrosanta. La qualità però, considerata anche la delicatezza del settore, deve essere sempre garantita, e per questo devono essere gli stessi medici e chirurghi a curare la qualità, i requisiti e le caratteristiche delle dotazioni ospedaliere, assumendosi in prima persona la responsabilità delle forniture, in modo da evitare situazioni come quella denunciata oggi dalla Acoi” 
 Controlacrisi.org 

http://www.controlacrisi.org/notizia/Welfare/2016/1/27/46632-sanita-la-denuncia-dei-chirurghi-i-bisturi-sono-scadenti/ 

martedì 26 gennaio 2016


LA SANITA’ INTEGRATIVA
E’ LO STRUMENTO PER CHIUDERE
IL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE

L’assistenza sanitaria integrativa è una forma di tutela assicurativa che permette di integrare o sostituire le prestazioni pubbliche nell’ambito del servizio sanitario.
PERCHE’ LA SANITA’ INTEGRATIVA?:
- Salverebbe il servizio sanitario dalla sua insostenibilità (viene detto che con l’allungarsi della speranza di vita non si può dare tutto a tutti),
- Per avere maggiori possibilità e in tempi brevi (=evitare le liste di attesa), di fare tutte le visite, esami e prestazioni sanitarie,
- Per fare prestazioni sanitarie “preventive” (ovvero visite, esami, somministrazione di farmaci a scopo di mantenimento e controllo della propria salute.

Ed infatti Forze politiche di governo e opposizione, intermediari finanziari, centrali cooperative, grandi aziende, OO.SS., intere categorie di lavoratori e molti attori in Sanità sono uniti nella richiesta di incentivare i fondi sanitari integrativi come “secondo pilastro” del SSN. Confindustria e Confcommercio hanno messo in campo tutto il loro peso. Ad esempio nei contratti di lavoro si stabilisce di dare meno (o nullo) salario per fornire un’assicurazione sanitaria integrativa (e altre forme di cd Welfare).

AL CONTRARIO LA SANITA’ INTEGRATIVA INVECE DI GARANTIRE LA SALUTE INCREMENTA IL CONSUMO SANITARIO E FAVORISCE GLI EROGATORI DI PRESTAZIONI SANITARIE, QUINDI DIVENTA PRINCIPALMENTE UNA FONTE DI PROFITTO:

a) Viene falsificato il concetto e la pratica della PREVENZIONE che vuol dire evitare che si producano di malattie e di disagi. Il suo obiettivo è quello andare alle cause che fanno perdere la salute. Ad esempio non essere esposti ad inquinamento ambientale o lavorativo; condurre uno stile di vita sano (alimentazione corretta, attività fisica, senza fumo, e stress Non saranno i chek up o gli screening non validati a garantire più salute.
b) Viene nascosta la differenza fra i diversi sistemi sanitari: quelli fondati sulle assicurazioni sono molto più costosi e meno efficaci (USA,Svizzera,Olanda) di quelli universalistici (Italia, Inghilterra Spagna).
c) I circa 300 erogatori di prestazioni sanitarie integrative o sostitutive portano ad adottare lunghe e complesse pratiche burocratiche piuttosto che dedicare tempo da parte degli operatori, medici e infermieri compresi, alle cure e alla relazione con i pazienti d) Aumentano le diseguaglianze: Possono ottenere forme di sanità integrative coloro che hanno possibilità contrattuali (sono in aziende o luoghi di lavoro di una certa entità, o i professionisti con consistenti entrate), restano fuori i precari, i disoccupati, i lavoratori di piccole aziende: nella sostanza la maggioranza della popolazione che però deve coprire con le proprie imposte le esenzioni fiscali di chi ottiene la ottiene.


PERCHE’ NON RICONQUISTARE UN SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE PUBBLICO E PARTECIPATO, UNIVERSALE E GRATUITO FONDATO SULLA PREVENZIONE E PAGATO DALLA FISCALITA’ GENERALE?

Medicina Democratica / Rete per il Diritto alla Salute di Milano e Lombardia - 20 gennaio 2016

lunedì 25 gennaio 2016

ASST VALLE OLONA (Ospedali Gallarate/Busto Arsizio): NON CI RESTA CHE PIANGERE, ADL non intende offendere nessuno, ma…


ASST VALLE OLONA (Ospedali Gallarate/Busto Arsizio)
NON CI RESTA CHE PIANGERE
ADL non intende offendere nessuno, ma….

Vorremmo evitare un battibecco da “comari” per il rispetto verso chi legge ma ci
sembra doveroso approfondire alcuni aspetti della vicenda che riteniamo non
sufficientemente chiariti.

Quello che avevamo intenzione di dire nel nostro precedente comunicato non era
una questione numerica, su quale maggioranza ha votato, ma semplicemente dire
che è stato approvato un regolamento di funzionamento della RSU che riteniamo
antidemocratico per i motivi che avevamo già elencato, ma che riteniamo
opportuno riportare:

la NON sostituzione dei delegati RSU che si dimettono o sono collocati a riposo
(non solo non è legale ma sconvolgerebbe gli equilibri della RSU);
una delegazione trattante (chi va in trattativa) di solo 13 delegati RSU su 54,
mentre ADL ha proposto l'uguaglianza di tutti i delegati;
–la convocazione della RSU almeno 3 volte l'anno (come si fa altrimenti a discutere
i numerosi problemi degli ospedali?);
la delegazione trattante ha il potere decisorio su preintese e accordi se il peso
specifico dei componenti raggiunga il 51% (significa che una decisione urgente può
essere presa da 7 delegati RSU su un totale di 54 RSU);
i coordinatori hanno diritto al 20% delle ore sindacali.

Per eccesso di precisione ci teniamo a esplicitare, per l’ennesima volta, che,
approvare un accordo, anche se urgente, votando in 7 (dicasi sette) RSU su 54
RSU eletti dai lavoratori, non ci sembra molto democratico, indipendente da chi lo
decide, vogliamo parlare di rispetto dei lavoratori?

Per quanto riguarda l’eredita “pesante” dell’attività delle RSU dell’Ospedale di
Gallarate, è vero, molte cose non sono state fatte, ma come già detto, ADL poteva
vantare 2 delegati su 24 e per tanti anni ha dovuto sottostare alla maggioranza
delle RSU. Ci sembra superfluo ricordare quali fossero le sigle delle OS che
componevano la maggioranza dell’Ospedale di Gallarate, cui devono essere
accollati onori (pochi) e oneri (tanti).

Per finire riteniamo che metterla sul “personale” sia poco etico oltre che
decisamente poco professionale per chi rappresenta un sindacato di dimensioni
nazionali, ma se si vuole procedere su questa strada ADL, come già dimostrato,
non si tira indietro, saranno i lavoratori a valutare chi opera nel loro interesse.

ADL Varese – Sindacato di Base