martedì 28 aprile 2015

CORSO SULLA SALUTE 2015 5° INCONTRO: ANALIZZARE E CAPIRE PER DIFENDERSI E RIVENDICARE

Medicina Democratica e Rete per il Diritto alla Salute
di Milano e Lombardia

Ricordano a tutti,

MERCOLEDI' 29 APRILE 2015
dalle ore 17.45 alle 20,00

presso la Stazione Centrale di Milano , binario 21, SCALA E, 
4°piano, Sede Sindacale
CORSO SULLA SALUTE
CORSO SULLA SALUTE 2015
5° INCONTRO: ANALIZZARE E CAPIRE PER DIFENDERSI E RIVENDICARE
A) I DISABILI E GLI ANZIANI CRONICI DI FRONTE ALL’INPS –dott. Vittorio Agnoletto
B) UN ROMPICAPO: L’ISEE – avv. Francesco Trebeschi

lunedì 13 aprile 2015

TUTTI HANNO DIRITTO ALLE CURE SANITARIE ANCHE GLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI E I DISABILI GRAVI

QUANDO E SE ACCETTARE LE DIMISSIONI DALL’OSPEDALE
 Nessun malato che necessita ancora di cure sanitarie può essere dimesso dall'ospedale dove è ricoverato salvo che gli sia stata garantita la continuità delle cure in uno di questi modi:
·         presso la propria abitazione, se l'interessato è d'accordo e se i familiari o terze persone volontariamente si assumono l’impegno di proseguire le cure a casa, fermo restando il supporto di personale sanitario qualificato fornito dalla ASL
·         presso altre  strutture  sanitarie  (altri  reparti dell'ospedale o case di cura convenzionate), dove il malato venga trasferito a cura e spese dell’ASL, anche se la destinazione è una casa di cura privata o istituto di riabilitazione convenzionato. In tutte queste strutture la degenza deve essere gratuita
Prima di accettare le dimissione, soprattutto nel caso di malattie croniche o invalidanti, è bene valutare con molta attenzione le conseguenze derivanti dalle proprie decisioni e dalle proposte formulate dalla struttura ospedaliera; Infatti, il malato cronico o lungodegente che accetta le dimissioni dall'ospedale esce dalla tutela completa e continuativa del Servizio sanitario nazionale. E’ opportuno e doveroso chiedere - presso la ASL (o il Distretto) - l’intervento della UVM (Unità Valutativa Multidimensionale) il cui compito è quello di definire il progetto personalizzato in relazione alla sua condizione di salute, abitativa e famigliare
Chi ha necessità di continuare le cure e non può essere curato a casa può opporsi alle dimissioni o al trasferimento in altra struttura che appaia chiaramente inadeguata. Se l'ospedale o la casa di cura convenzionata insiste, ci si può opporre inviando ai responsabili sanitari una lettera raccomandata, seguendo il modello predisposto nel retro del presente volantino.
 QUANTO DURA L’OSPITALITA’ POST OSPEDALIERA IN CASA DI CURA   -   Spesso il personale dell’ospedale, dopo essere intervenuto per curare la fase acuta di una malattia o di un trauma, invita i parenti del malato cronico o con prospettive di lungo degenza, a trovarsi una sistemazione presso qualche altra struttura sanitaria o assistenziale. E’ opportuno ricordare che la responsabilità di trovare la sistemazione più idonea per proseguire le cure è totalmente della ASL e non è corretto che venga delegata ai parenti. Accade che ai malati lungodegenti o bisognosi di terapie di riabilitazione trasferiti in case di cura convenzionate venga detto che la permanenza in queste strutture può durare al massimo 60 giorni. In realtà le cure gratuite devono durare per tutto il tempo richiesto dalla natura della malattia. Se al 55° giorno di degenza il malato necessita di ulteriori cure - e non può rientrare a casa - la direzione della casa di cura deve informarne l’ASL. Questa provvederà a prendersi a carico il malato o inserendolo in una propria struttura o facendosi carico dei costi per il prolungamento della degenza presso la casa di cura convenzionata.
QUANDO ACETTARE IL TRASFERIMENTO IN RSA (RESIDENZA SANITARIA ASSISTENZIALE) - Si tratta di un trasferimento da compiersi dietro indicazione dell’UVM, in genere quando la persona è del tutto priva di autonomia e necessita di   cure e assistenza permanenti. Il consenso dell’interessato è dovuto, se cosciente (in caso contrario è opportuno attivare l’amministratore di sostegno); occorre verificare se la RSA scelta è adatta; è necessario, ancora,  osservare le condizioni di legge per la firma del contratto di ingresso che va fatta a nome e per conto del ricoverato. La retta, se dovuta, va corrisposta in base all’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente).

ULTERIORI CHIARIMENTI SUL SITO DELL’ASSOCIAZIONE: www.associazionesenzalimiti.it o rivolgendosi ad essa via mail: senzalimiti@quipo.it oppure telefonando al numero…... per il territorio di ……

Corso sulla Salute 2015

mercoledì 15 aprile 2015 dalle ore 18.00 quarto incontro
"I DIRITTI, LA SALUTE E LA SANITA' NEI TRATTATI DI LIBERO SCAMBIO TTIP E TiSA"
con due interventi di 30' l'uno seguiti dal dibattito.
L' iniziativa inizierà, come al solito, alle ore 17,45 e terminerà alle ore 20.
Si terrà presso la sede sindacale della Stazione Centrale di Milano (un posto ampiamente raggiungibile – presso il binario 21, IV piano scala E).DAL BINARIO 21, L’INGRESSO SARA’ INDICATO.
Ricordiamo, per motivi organizzativi, a chi fosse interessato a partecipare e non l'avesse ancora fatto, di inserire i propri dati nella seguente pagina di preiscrizione: http://www.medicinademocratica.org/wp/?p=2324
Gli incontri previsti sulle tossicodipenze e i SERT sono rinviati ad una data che comunicheremo in seguito.

Ricordo di mia madre

Con profondo dolore comunico la morte – avvenuta il 10 aprile - di Erminia Barbisotti, una delle prime associate del nostro Comitato fin dal 1997, anno della sua costituzione stroncata da un ictus a 89 anni che, tra le altre cose, era anche mia madre.
Erminia, ultima figlia di una famiglia di contadini poveri che ne avevano messo al mondo 13, non ha avuto una vita facile. Come si usava allora, ancora bambina fu costretta a lavorare con suo padre nella stalla e poi messa a servizio in casa di signori come bambinaia. Durante la guerra e la Resistenza lavorò in una panetteria a Casalpusterlengo, nel Lodigiano: sotto il pane e la farina che il padrone le faceva portare agli invasori nazisti che occupavano l’Italia riusciva a portare messaggi e alimenti ai partigiani nascosti in clandestinità. D’accordo con il fornaio che impastava il pane, riusciva sempre a dare qualche pagnotta a una famiglia poverissima con molti figli.

Dopo la guerra Erminia, come molte donne della sua epoca, fece la mondina, un lavoro duro che spezzava la schiena, piegata a piantare il riso tutto il giorno nell’acqua. Da proletaria sfruttata ci ha raccontato molte volte di quando, durante gli scioperi, i padroni organizzavano i carichi di crumiri (altri affamati che alimentavano la guerra fra poveri) che, scortati dai carabinieri, sostituivano le scioperanti.
Le pesanti condizioni di lavoro e la scarsità di cibo data alle mondine suscitò varie proteste. Erminia documentò tutto questo in un diario in cui descrisse le angherie subite dalle mondine e i furti del cibo che spettava alle operaie. Il diario, finito nelle mani della Camera del Lavoro e della CGIL, diventò un formidabile strumento di denuncia contro i padroni ed i profittatori e diede il via a una grande campagna di denuncia.

Erminia da sempre si è battuta contro lo sfruttamento e per la giustizia sociale e così ha fatto fino all’ultimo. Anche quest’anno è stata una delle prime a fare la tessera del Comitato, e sebbene vivesse con una pensione minima insieme ad un altro figlio e fosse piena di acciacchi,  non mancava mai di dare, oltre ai soldi della tessera, una sottoscrizione per aiutare a pagare la tessera del Comitato a chi aveva perso il lavoro. Fino all’ultimo è stata piena di curiosità, le piaceva leggere, interessarsi e discutere di quanto succedeva nel mondo.
Erminia non era una persona famosa, era una donna madre di 4 figli (Michele, Alberto, Amalia, Oreste) rimasta vedova troppo presto, che ha sempre dovuto combattere contro le avversità della vita per mantenere la famiglia, e sono proprio le persone come lei che hanno insegnato ad una generazione di figli a lottare e che sono un esempio di vita.

Ciao Erminia, un bacio e una carezza da chi ti ha voluto bene e da chi ha avuto il piacere di conoscerti.
Rimarrai per sempre nei nostri ricordi e nei nostri cuori.

Michele Michelino

Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio
                                                                                                                                          
Milano, 11 aprile 2015