lunedì 16 febbraio 2015

Prepariamoci alla mobilitazione

Prepariamoci alla mobilitazione

Il Coordinamento Toscano per il Diritto alla Salute

 invita tutta la cittadinanza ad una mobilitazione pubblica


Il CTDS, conscio che  la crisi sta sconvolgendo il mondo a livello generale e che ogni vertenza locale relativa alla difesa del diritto alla salute pubblica debba essere inquadrata nella più generale battaglia contro le direttive e i trattati imposti - attraverso i governi nazionali - dalla Troika Europea, condanna tutte quelle gravose manovre finanziarie che minano la sostenibilità del sistema sanitario regionale e nazionale pubblico.
Nella fattispecie, con l’approvazione del PSSIR (Piano Sanitario e Sociale Integrato Regionale), si attua concretamente quella criminale spending review dettata dalla Troika Europea e declinata dalla Legge di stabilità a firma del Governo Renzi.
Questa legge, basata su enormi tagli lineari, è un attacco spietato e diretto a utenti e lavoratori. Infatti: stiamo già assistendo alla riduzione dei posti letto negli ospedali senza adeguati incrementi in assistenza territoriale e per lungodegenti, con contemporaneo accorpamento e chiusura di distretti e consultori familiari; i piccoli ospedali vengono chiusi o ridimensionamenti; i 118 vengono accorpati prevedendo per il futuro per l’esecuzione del Triage, fino ad oggi assegnato al personale Infermieristico adeguatamente formato, personale proveniente dal volontariato; si tagliano i servizi in appalto (pulizie, ristorazione, servizi del territorio) e si blocca il turn over del personale sanitario (con contemporaneo blocco dei salari degli stessi) al quale viene richiesta maggior flessibilità di fronte all’aumento esponenziale del carico di lavoro.
Tutte queste misure stanno smantellando il servizio sanitario pubblico in favore del privato e della sanità integrativa. Il cittadino si trova a dover sostenere ticket sanitari sempre più alti, oltre al contributo di digitalizzazione (ulteriore balzello che porta il costo della prestazione nel pubblico talvolta a superare quella del privato) e di fronte a liste di attesa per prestazioni gratuite bloccate o fornite in luoghi lontani dal proprio domicilio. Tutto questo costringe migliaia di cittadini a rivolgersi all’assistenza sanitaria privata, convenzionata o intramoenia (per chi se lo può permettere) o a rinunciare alla cura.
Allo stesso tempo la Giunta Regionale Toscana sta garantendo enormi profitti a grandi imprese di costruzione attraverso la realizzazione dei nuovi ospedali con il sistema del Project financing: il debito contratto verso i costruttori verrà pagato per 20 anni tramite la cessione in appalto dei servizi non sanitari, senza vincoli di mercato.
E mentre mantiene spese vergognose come l'assistenza religiosa a carico della spesa sanitaria, o i 3 milioni e mezzo pagati all’Istituto S. Anna di Pisa per valutare  le  ASL   o  “ il clima interno “ nei posti di lavoro, decide sulle direttive del governo la riduzione delle ASL dalle attuali 16 in un sol colpo a 3, con maggiore mobilità e carico di lavoro per gli operatori, e maggiori spostamenti e meno servizi per i cittadini. Le alternative proposte erano:
·         Super-ticket sulle cure ospedaliere, compresi gli interventi chirurgici urgenti e oncologici, applicato a coloro che hanno un  reddito superiore  a 50mila euro lordi, individuale o familiare (senza fare quindi  differenze tra una famiglia composta da una singola persona ed una famiglia composta da 5 persone con lo stesso reddito lordo).
·         Contributo per la parte alberghiera dei ricoveri ospedalieri.
·         Revisione  delle  esenzioni per patologia  e  di alcune prestazioni (contributi per la SLA, alcuni farmaci, medicine non convenzionali..)  che la Toscana ha fino ad ora garantito. 
                                                      

Non vogliamo un sistema “salute” a due velocità

·         Ovvero, uno per lavoratori con assicurazione per l’ assistenza sanitaria integrativa, ed uno “compassionevole” per i disoccupati;
·         Ovvero, uno per chi può anticipare le spese per una cura all’estero, che poi gli vengono rimborsate dal SSN e uno per “chi non può” farlo, e deve rivolgersi a strutture pubbliche deprivate sempre più di risorse;
·         Ovvero, uno per chi può permettersi prestazioni private ed uno per chi non può permettersele ed è costretto a lunghe liste di attesa e a migrazioni sul territorio;
·         Ovvero, uno per chi vive in città ed uno per chi vive in zone periferiche, rurali, montane o sulle isole e vede allontanarsi servizi e prestazioni essenziali.



Si incentiva l’intramoenia, il “privato” dentro il “pubblico”, con una corsia di prenotazione “preferenziale”, inducendo “chi può” a trovare con questa modalità una risposta e lasciando “chi non può” nell’incertezza più totale di liste chiuse di prenotazione.
Siamo stanchi di sentir parlare di sostenibilità del SSN attraverso la revisione dei ticket e non attraverso il prelievo fiscale “PROPORZIONATO” al reddito imponibile, oltretutto con l’ulteriore “tassazione” del contributo di digitalizzazione. I ticket nel pubblico sono talvolta superiori al costo richiesto di una prestazione nel privato il quale
offre prestazioni anche in luoghi vicini a quello del domicilio e con tempi di attesa quasi inesistenti. Tutto questo ha l’inevitabile conseguenza di dirottare ingenti risorse dovute per i rimborsi delle prestazioni, verso il privato, mettendo a serio rischio la sostenibilità del Sistema Sanitario pubblico.
Lo slogan “la prestazione si paga prima” porta i cittadini in difficoltà a rinunciarvi. Ai lavoratori poi viene imposto di agire secondo le regole dettate dalle aziende sanitarie che davanti alla cura e all’assistenza universale ai cittadini, mettono le logiche del profitto, pretendendo, contraddicendo ad ogni codice etico e deontologico, da medici e infermieri di rifiutare l’erogazione di qualsiasi prestazione se l’utente non ha versato il ticket richiesto. Così facendo, la deontologia di medici, infermieri e altri operatori sanitari viene subordinata ad aspetti meramente amministrativi.
Si continua a far pagare il buco di Massa riducendo i servizi ai cittadini che hanno già finanziato e continuano a finanziare il SSN attraverso le trattenute in busta paga.
Sono inaccettabili chiusure o forti ridimensionamenti dei piccoli ospedali in territori disagiati, come quelli montani o insulari, e distanti dai grandi centri, che rappresentano talvolta l’unico approccio utile per una gestione adeguata ed in sicurezza di situazioni di emergenza. E’ inaccettabile che i bambini di queste aree non abbiano un’adeguata assistenza pediatrica neppure nelle ore diurne (assente nei notturni e nei festivi), che i posti letto non siano equamente distribuiti, che non sempre sia garantito il trasporto assistito e che la catena dell’emergenza urgenza sia indebolita depotenziando o addirittura chiudendo i Pronti Soccorso, trasformati in Punti di Primo Soccorso.
E’ inaccettabile pensare che sia meno sicuro un piccolo punto nascita, dove anche se gli operatori fanno meno di 1000 parti l’anno possono comunque andare a fare dei “tirocini” in punti nascita con più attività per non perdere la capacità di gestire eventuali complicazioni da parto, piuttosto che far percorrere ad una donna con le acque rotte, anche più di 60 Km di strade impervie, piene di curve, con possibilità di ghiaccio, neve, nebbia, o con il traghetto (pensiamo alle isole Toscane)

Per questo chiamiamo i cittadini alla mobilitazione

1.       Per il rilancio del Sistema Sanitario Nazionale Pubblico.
2.       Per lo sblocco del turn over, perché ad ogni lavoratore dev’essere garantito di operare in condizioni umane e dignitose.
3.       Contro le liste bloccate, per avere la prenotazione della prestazione in tempi certi.
4.       Contro il sistema dei Ticket, perché il Sistema sanitario deve essere assicurato dalla fiscalità generale proporzionata al reddito.
5.       Contro la disposizione “la prestazione si paga prima” perché non si può anteporre il profitto al diritto di salute.
6.       Contro il contributo di digitalizzazione, tassa obbligatoria anche per gli esenti ticket, che non fa altro che aumentare ingiustamente la compartecipazione alla spesa pubblica.
7.       Per la re-internalizzazione dei servizi.
Questi saranno soltanto alcuni temi di mobilitazione, che ci vedranno attivi per riaffermare l’inviolabile diritto alla salute!

Partiamo dal Diritto, con una mobilitazione Regionale il 21 Febbraio 2015

UN DIRITTO PERSO E’ DIFFICILE DA RICONQUISTARE

Coordinamento Toscano per il Diritto alla Salute
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