Prepariamoci alla
mobilitazione
Il Coordinamento Toscano per il Diritto alla Salute
invita tutta la
cittadinanza ad una mobilitazione pubblica
Il CTDS, conscio che
la crisi sta sconvolgendo il mondo a livello generale e che ogni vertenza
locale relativa alla difesa del diritto alla salute pubblica debba essere
inquadrata nella più generale battaglia contro le direttive e i trattati
imposti - attraverso i governi nazionali - dalla Troika Europea, condanna tutte
quelle gravose manovre finanziarie che minano la sostenibilità del sistema
sanitario regionale e nazionale pubblico.
Nella fattispecie, con
l’approvazione del PSSIR (Piano Sanitario e Sociale Integrato Regionale), si
attua concretamente quella criminale spending review dettata
dalla Troika Europea e declinata dalla Legge di stabilità a firma del Governo
Renzi.
Questa legge, basata su enormi tagli lineari, è un attacco spietato
e diretto a utenti e lavoratori. Infatti: stiamo già assistendo alla riduzione dei posti letto negli ospedali senza
adeguati incrementi in assistenza territoriale e per lungodegenti, con contemporaneo
accorpamento e chiusura di distretti e consultori familiari; i piccoli ospedali
vengono chiusi o ridimensionamenti; i 118 vengono accorpati prevedendo per il
futuro per l’esecuzione del Triage, fino ad oggi assegnato al personale
Infermieristico adeguatamente formato, personale proveniente dal volontariato;
si tagliano i servizi in appalto (pulizie, ristorazione, servizi del
territorio) e si blocca il turn over del personale sanitario (con contemporaneo
blocco dei salari degli stessi) al quale viene richiesta maggior flessibilità di
fronte all’aumento esponenziale del carico di lavoro.
Tutte queste misure stanno
smantellando il servizio sanitario pubblico in favore del privato e della
sanità integrativa. Il cittadino si trova a dover sostenere ticket sanitari
sempre più alti, oltre al contributo di digitalizzazione (ulteriore balzello
che porta il costo della prestazione nel pubblico talvolta a superare quella
del privato) e di fronte a liste di attesa per prestazioni gratuite bloccate o
fornite in luoghi lontani dal proprio domicilio. Tutto questo costringe
migliaia di cittadini a rivolgersi all’assistenza sanitaria privata,
convenzionata o intramoenia (per chi se lo può permettere) o a rinunciare alla
cura.
Allo stesso tempo la Giunta Regionale
Toscana sta garantendo enormi profitti a grandi imprese di costruzione
attraverso la realizzazione dei nuovi ospedali con il sistema del Project
financing: il debito contratto verso i costruttori verrà pagato per 20 anni
tramite la cessione in appalto dei servizi non sanitari, senza vincoli di
mercato.
E mentre mantiene spese vergognose
come l'assistenza religiosa a carico della spesa sanitaria, o i 3 milioni e
mezzo pagati all’Istituto S. Anna di Pisa per valutare le
ASL o “ il clima interno “ nei posti di lavoro,
decide sulle direttive del governo la riduzione delle ASL dalle attuali 16 in un sol colpo a 3, con
maggiore mobilità e carico di lavoro per gli operatori, e maggiori spostamenti
e meno servizi per i cittadini. Le alternative proposte erano:
·
Super-ticket
sulle cure ospedaliere, compresi gli interventi chirurgici urgenti e
oncologici, applicato a coloro che hanno un
reddito superiore a 50mila euro
lordi, individuale o familiare (senza fare quindi differenze tra una famiglia composta da una
singola persona ed una famiglia composta da 5 persone con lo stesso reddito
lordo).
·
Contributo
per la parte alberghiera dei ricoveri ospedalieri.
·
Revisione delle
esenzioni per patologia e di alcune prestazioni (contributi per la SLA,
alcuni farmaci, medicine non convenzionali..)
che la Toscana ha fino ad ora garantito.
Non
vogliamo un sistema “salute” a due velocità
·
Ovvero, uno per lavoratori
con assicurazione per l’ assistenza sanitaria integrativa, ed uno
“compassionevole” per i disoccupati;
·
Ovvero, uno per chi può
anticipare le spese per una cura all’estero, che poi gli vengono rimborsate dal
SSN e uno per “chi non può” farlo, e deve rivolgersi a strutture pubbliche
deprivate sempre più di risorse;
·
Ovvero, uno per chi può
permettersi prestazioni private ed uno per chi non può permettersele ed è costretto
a lunghe liste di attesa e a migrazioni sul territorio;
·
Ovvero, uno per chi vive in
città ed uno per chi vive in zone periferiche, rurali, montane o sulle isole e
vede allontanarsi servizi e prestazioni essenziali.
Si incentiva l’intramoenia, il “privato”
dentro il “pubblico”, con una corsia di prenotazione “preferenziale”, inducendo
“chi può” a trovare con questa modalità una risposta e lasciando “chi non può”
nell’incertezza più totale di liste chiuse di prenotazione.
Siamo stanchi di sentir parlare di
sostenibilità del SSN attraverso la revisione dei ticket e non attraverso il prelievo
fiscale “PROPORZIONATO” al reddito imponibile, oltretutto con l’ulteriore
“tassazione” del contributo di digitalizzazione. I ticket nel pubblico sono
talvolta superiori al costo richiesto di una prestazione nel privato il quale
offre prestazioni anche in luoghi vicini a
quello del domicilio e con tempi di attesa quasi inesistenti. Tutto questo ha
l’inevitabile conseguenza di dirottare ingenti risorse dovute per i rimborsi
delle prestazioni, verso il privato, mettendo a serio rischio la sostenibilità
del Sistema Sanitario pubblico.
Lo slogan “la prestazione si paga prima” porta
i cittadini in difficoltà a rinunciarvi. Ai lavoratori poi viene imposto di
agire secondo le regole dettate dalle aziende sanitarie che davanti alla cura e
all’assistenza universale ai cittadini, mettono le logiche del profitto,
pretendendo, contraddicendo ad ogni codice etico e deontologico, da medici e
infermieri di rifiutare l’erogazione di qualsiasi prestazione se l’utente non
ha versato il ticket richiesto. Così facendo, la deontologia di medici,
infermieri e altri operatori sanitari viene subordinata ad aspetti meramente
amministrativi.
Si continua a far pagare il buco di Massa
riducendo i servizi ai cittadini che hanno già finanziato e continuano a
finanziare il SSN attraverso le trattenute in busta paga.
Sono inaccettabili chiusure o forti
ridimensionamenti dei piccoli ospedali in territori disagiati, come quelli
montani o insulari, e distanti dai grandi centri, che rappresentano talvolta
l’unico approccio utile per una gestione adeguata ed in sicurezza
di situazioni di emergenza. E’ inaccettabile che i bambini di queste aree non
abbiano un’adeguata assistenza pediatrica neppure nelle ore diurne (assente nei
notturni e nei festivi), che i posti letto non siano equamente distribuiti, che
non sempre sia garantito il trasporto assistito e che la catena dell’emergenza
urgenza sia indebolita depotenziando o addirittura chiudendo i Pronti Soccorso,
trasformati in Punti di Primo Soccorso.
E’ inaccettabile pensare che sia meno sicuro
un piccolo punto nascita, dove anche se gli operatori fanno meno di 1000 parti
l’anno possono comunque andare a fare dei “tirocini” in punti nascita con più
attività per non perdere la capacità di gestire eventuali complicazioni da
parto, piuttosto che far percorrere ad una donna con le acque rotte, anche più
di 60 Km
di strade impervie, piene di curve, con possibilità di ghiaccio, neve, nebbia,
o con il traghetto (pensiamo alle isole Toscane)
Per
questo chiamiamo i cittadini alla mobilitazione
1.
Per il rilancio
del Sistema Sanitario Nazionale Pubblico.
2.
Per lo sblocco del turn
over, perché ad ogni lavoratore dev’essere garantito di operare in condizioni
umane e dignitose.
3.
Contro le liste bloccate,
per avere la prenotazione della prestazione in tempi certi.
4.
Contro il sistema dei
Ticket, perché il Sistema sanitario deve essere assicurato dalla fiscalità
generale proporzionata al reddito.
5.
Contro la disposizione “la
prestazione si paga prima” perché non si può anteporre il profitto al diritto
di salute.
6.
Contro il contributo di
digitalizzazione, tassa obbligatoria anche per gli esenti ticket, che non fa
altro che aumentare ingiustamente la compartecipazione alla spesa pubblica.
7.
Per la
re-internalizzazione dei servizi.
Questi saranno soltanto alcuni temi di mobilitazione,
che ci vedranno attivi per riaffermare l’inviolabile diritto alla salute!
Partiamo dal Diritto, con una mobilitazione Regionale
il 21 Febbraio 2015
UN DIRITTO PERSO E’ DIFFICILE DA
RICONQUISTARE
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Coordinamento
Toscano per il Diritto alla Salute
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